mercoledì 8 giugno 2011

Storia, leggende e mitologie riguardanti il delfino

Da moltissimo tempo questi cetacei hanno incuriosito l’uomo.
Considerati – di volta in volta – compagni di gioco, divinità o semplici intralci per i pescatori, questi “cugini” delle balene, ancora oggi, nelle tradizioni e culture delle rive mediterranee, vengono ammirati. I delfini furono oggetto di culto soprattutto per le antiche civiltà mediterranee che hanno generato le nostre attuali società e la cui mitologia costituisce una parte importante del patrimonio culturale.
In greco “delphys” significa “matrice” e dimostra il rispetto per questi mammiferi marini.
Le prime testimonianze scritte di questo culto risalgono al 1500 A.C. quando poeti, scrittori e filosofi – sia greci che romani – ritenevano che i delfini e le balene fossero creature divine: reincarnazione di anime umane che rappresentano la forza vitale del mare.

Nazzareno Tomassetti e “Anfitrite e il delfino”, L'opera  rappresenta il mito di Anfitrite, ninfa marina amata da Nettuno (Poseidone) che fu da lui sedotta con la complicità di un delfino, si trova nel lungomare sud di Cupra Marittima

Rappresentazioni di delfini le ritroviamo su dipinti, affreschi, monete e mosaici che erano molto diffusi in queste civiltà: in particolare a Creta, in Grecia e in Italia.
Già verso il 2200 A.C. alcuni delfini venivano rappresentati sui muri di una grotta in Norvegia. Successivamente molteplici opere d’arte avranno, quali soggetti principali, i delfini: Apollo si trasforma in delfino per guidare i cretesi a Corinto; Nettuno seduce e sposa la figlia di Nereo grazie ai delfini; Eros cavalca i delfini per attraversare il mare; Ulisse fa dei delfini le sue armi e la sua guida e sarà proprio un delfino a salvare suo figlio Telemaco.
Le divinità greche, che avevano contemporaneamente l’aspetto umano e i poteri soprannaturali, spesso assumevano le sembianze dei delfini: Apollo, Demetrio e Afrodite furono per lungo tempo identificati con questi mammiferi.
La dea Delfina annunciava il tempo buono e la dea Pesce era associata alla fertilità: questi due elementi si fusero e, successivamente, la dea nabatea Galenaia (simbolo dell’amore fisico nato dal mare) aveva come simbolo i delfini. I Nabatei sono solo un esempio delle tante civiltà che nutrivano un culto fervente verso i delfini.
Un sarcofago ebreo del II secolo dopo Cristo, ritrovato a Beit Shearim vicino Harfa, è ornato con delfini. Coppe, vasi, monete e monili micenei, fenici, greci e romani rappresentano i delfini. Ritroviamo questi cetacei anche all’interno di templi e palazzi reali: a Creta, nel Palazzo di Cnosso, la camera della regina è ornata con affreschi risalenti al 1500 A.C. che raffigurano delfini;  una tradizione ancora oggi in uso in alcuni villaggi greci vuole che una moneta con la riproduzione di un delfino venga messa nella mano destra di un defunto per assicurargli un “viaggio felice e senza intralci” verso l’aldilà.
Per i primi cristiani il delfino costituiva il simbolo della resurrezione ed intercedeva  per proteggere l’uomo nei tumulti del mare  guidandolo fino a terra, finalmente “purificato dei suoi peccati”.
Siracusa, 480 A. C. In onore della sposa del tiranno Gelone, viene coniata una moneta d’argento attico di 10 dracme: su un lato è riprodotta la testa di Aretusa cinta da una corona di lauro e circondata da 4 delfini.
Sempre 4 delfini li ritroviamo in molti mosaici come quelli della Casa dei Tridenti a Delo, a Pompei, in Cina e in altre popolazioni indiane.
I delfini sono i protagonisti anche della letteratura: racconti, poesie, leggende, favole, canti e miti hanno come protagonisti i nostri amici cetacei.
Nell’antichità, sia Atene che Roma consideravano sacri i delfini.
In Grecia essi erano considerati sacri ed il loro nome veniva associato al culto di Apollo a Delfi. Nei miti dell’antichità i delfini sono considerati messaggeri di Apollo con la funzione di intermediari tra l’Olimpo e i mortali.
A Roma Plinio il Vecchio, Plinio il giovane, Plutarco ed altri scrittori, filosofi e viaggiatori dell’epoca descrivono la particolare amicizia tra uomini e delfini. Essi descrivono episodi di incontri con i delfini nel Mediterraneo. Proprio Plinio il Vecchio ci racconta ne “Le storie naturali” il modo in cui i delfini e gli uomini comunicano tra loro per catturare pesci negli stagni di Languedoc. E la città di Sète, vicina alla Camargue in Provenza, ha come logo il delfino.
I delfini hanno suscitato negli scrittori e nella letteratura in genere sentimenti di pace, di positività, di intelligenza: la loro disponibilità a relazionarsi con l’uomo, ad essere “gentili e nobili” ha loro attribuito, sin dall’antichità, “poteri sovrannaturali”. Queste leggende sono comunque utili per spiegare ciò che l’uomo allora non sapeva: l’anatomia dei delfini, il loro essere mammiferi, la fisiologia.
La mitologia e sacralità dei delfini non è solo presente sui bordi del Mediterraneo. Si ritrova anche in Africa, Asia, America e Oceania: in questi luoghi tradizioni e leggende ci trasmettono preziose indicazioni sulla presenza dei delfini.

Vita segreta dei delfini

E'un libro, il cui autore è Smolker Rachel:

La Shark Bay sulla costa occidentale dell'Australia è un'incredibile distesa d'acqua che si getta nell'oceano Indiano. Nel 1982, l'americana Rachel Smolker, allora studentessa di biologia, si trasferì in una delle sue remote spiagge, Mokey Mia, per studiare i delfini, che pur vivendo in quella baia allo stato selvaggio, interagiscono con l'uomo, mangiano dalle sue mani, giocano con lui, si spingono a pochi metri dalla riva. Durante i 15 anni che seguirono, la Smolker ha esplorato la vita di questi cetacei, li ha conosciuti a uno a uno, ha dato loro un nome, ha analizzato le loro caratteristiche fisiche e psicologiche, ha cercato di comprenderne la personalità. Da un incontro così emozionante è nato questo libro che svela i segreti dei delfini.

leggende sui delfini:
La leggenda collega l'origine dei delfini a una punizione che Dioniso inflisse a un gruppo di pirati: dopo averli lanciati in mare, pensò bene di trasformarli in delfini e, da quel momento, questi animali avrebbero poi sviluppato una forma di melanconico affetto verso noi esseri umani. Le successive leggende ricalcano tutte questo mito, in un modo o nell'altro: il musicista greco Arione pare siano stati i delfini a riportarlo a riva sano e salvo; scrittori autorevoli come Plinio il Vecchio ci narrano di splendide amicizie tra delfini e fanciulli.Poi la scienza ha contribuito a dimostrare l'intelligenza dei delfini, che pare sia superiore anche a quella degli scimpanzé.

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